PARROCCHIA
S. AMBROGIO

VILLANOVA di CASTENASO
(BOLOGNA)

via di Villanova N. 13
Villanova di Castenaso
Tel. 051 780291

Parroco: Don Domenico Cambareri




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VILLANOVA DI CASTENASO.

Questa frazione del Comune di Castenaso è nota soprattutto per i rinvenimenti effettuati dal secolo scorso in poi, che hanno dato il nome alla cultura dell'Età del Ferro in Emilia, la cultura villanoviana (I secolo-inizi VI secolo a.C.).
Giovanni Gozzadini, tra il 1853 e il 1856, riportò alla luce nel suo podere "Le Caselle", proprio nei pressi della nostra Chiesa, una necropoli, si trattava di 193 tombe (179 a incinerizione e 14 a inumazione) di varie tipologie.
Altre ricerche effettuate a partire dal 1978 hanno permesso di individuare in tutta l'area a est di Bologna altri siti coevi. In via Ca' dell'Orbo, attualmente non più visibile, una necropoli estesa su di un'area di circa 70 m² ha restituito 93 tombe; altre sepolture sono state individuate durante lavori di scavo per la costruzione di edifici pubblici.
Sulla sinistra del fiume Idice sorgeva l'abitato di Castenaso, esteso su un'area di 12 000 m², all'interno del quale si trovavano anche tombe a inumazione risalenti al periodo cosiddetto Villanoviano III.
IL MUSEO
Dopo un intervento di restauro di una serie di edifici rurali chiamato Casa S.Anna, il giorno 8 maggio 2009 è stato inaugurato a Villanova il MUV, ovvero il Museo della Civiltà Villanoviana, che raccoglie i reperti degli scavi di Marano di Castenaso e delle zone circostanti. Obiettivo principale del museo è quello di raccogliere ed ampliare le conoscenze sulla civiltà villanoviana, per divulgarli al pubblico, in modo da avvicinarlo a questa antica civiltà. Molti dei reperti rinvenuti durante gli scavi nella frazione di Villanova che in precedenza erano visibili presso il Museo Civico Archeologico di Bologna sono stati trasferiti nel nuovo MUV di Villanova.
L'usanza dei Villanoviani per i defunti era quella di cremarli e raccogliere le loro ceneri in vasi di argilla o bronzo dalla forma biconica e con il coperchio a ciotola o a elmo. Tali urne venivano poste nelle tombe insieme ad alcuni oggetti appartenuti alla persona, tipo fibule, rasoi o altro ancora, fatti in bronzo e, in minima parte, in ferro; generalmente nelle sepolture maschili sono presenti spille o rasoi, mentre nelle sepolture femminili vi sono orecchini, braccialetti, fibule e fusaiole adatte per la filatura.
Le capanne dove abitavano i Villanoviani erano a pianta circolare, con le pareti formate da pali di legno piantati nel terreno e fango, anche il tetto era di canne ricoperte d'argilla e al centro della capanna si trovava un focolare; mentre edifici rettangolari erano adibiti alle attività comuni. Le tombe, a sepoltura singola (per un solo defunto) sono scavate "a pozzetto", con rivestimento in ciotoli, o "a cassetta", con rivestimento in lastre di pietra. Le urne biconiche sono chiuse da ciotole, o a volte da elmi per le sepolture maschili. Il corredo funerario può comprendere morsi di cavallo, rasoi lunati (con la lama a forma di crescente lunare) e "fibule" (spille chiuse per le vesti) "serpeggianti" per gli uomini, oppure elementi di cinturoni, fibule "ad arco" e elementi del telaio per le donne.
La ceramica mostra forme molto varie, con le pareti spesse (per cui è necessaria una cottura ad alte temperature, che comporta una specializzazione artigianale accentuata). La decorazione è prevalentemente geometrica.
Il periodo villanoviano fu la prima fase della civiltà etrusca che in quest’area dell'Emilia-Romagna assunse una grandissima importanza: l’etrusca Felsina -l’odierna Bologna- fu una città di notevoli dimensioni, di cui si vanno sempre più scoprendo le fasi formative e l’aspetto di antica capitale dell’Etruria Padana nei numerosi scavi archeologici condotti nel centro storico.

SANT' AMBROGIO.

Sant'Ambrogio è annoverato tra i quattro massimi dottori della Chiesa insieme a San Girolamo, Sant'Agostino e San Gregorio.
Aurelio Ambrogio, nacque da nobile famiglia romananel 339 a Treviri (Germania), dove il padre, era prefetto del pretorio per la Gallia. Frequentò le migliori scuole di Roma e dopo cinque anni di magistratura a Sirmio (oggi Belgrado), nel 370 fu inviato a Milano come governatore di Liguria ed Emilia. Nel 374, alla morte del vescovo ariano Aussenzio di Milano, per evitare scontri tra ariani ed ortodossi, Ambrogio fu proposto alla nomina di vescovo anche se era solo un catecumeno. Nel giro di una settimana fu battezzato e nominato vescovo.
Sant'Ambrogio influenzò la politica religiosa dell'imperatore Teodosio. Nel 380 con l'editto di Tessalonica il cristianesimo fu proclamato religione ufficiale dello stato. Nel 381 il concilio di Aquileia si pronunciò contro l'arianesimo e nel 391 Teodosio proibì i culti pagani.
Ad Ambrogio si deve l'inizio della lotta tra la Chiesa e l'imperatore, che voleva influenzare le principali scelte di natura ecclesistica come la nomina dei vescovi.
Sant'Ambrogio si prodigò in ogni modo a soccorrere la povera gente, fino a vendere tutti i suoi beni per donarli ai poveri. Fu un grande teologo, contribuì all'affermazione del dogma della Trinità contrastando aspramente l'eresia Ariana che negava la divinità di Gesù. Sant'Agostino lo incontrò a Milano nel 387 e ne subì il potente fascino. Morì a Milano nel 397.
Nell'iconografia è rappresentato con lo scudiscio (fustigatore degli Ariani) e con le api che nella culla si sarebbero posate sulle labbra profetizzando la sua eloquenza.

Tra i suoi scritti più importanti ricordiamo:
De fide, sulla trinità.
De Paenitentia, su peccato e grazia.
De Officiis Ministrorum, sui doveri dei sacerdoti e sul vivere cristianamente.
De Nabuthae, sulla proprietà, i ricchi ed i poveri.
e infine
Le prediche (Eaemeron), lettere, inni, discorsi funebri o polemici.

LA CHIESA di SANT' AMBROGIO a Villanova.

Non è stato facile trovare notizie storiche sulla nostra parrocchia. Pur essendo la fondazione di origine molto antica, l'attuale assetto architettonico della parrocchia di Sant'Ambrogio risale alle ristrutturazioni del 1793; e in particolare all'ampliamento del 1849, durante i quali sono purtroppo andati perduti preziosi dipinti di scuola bolognese seicentesca.
C'è da notare che inspiegabilmente sei grandi affreschi raffiguranti vasi con fiori, sono esattamente uguali agli affreschi della magnifica Collegiata di Pieve di Cento che è una ricostruzione del 1702-1710 su progetto dei fratelli Campiotti di Modena di una chiesa preesistente.
Naturalmente la Collegiata di Pieve di Cento è molto più grande della nostra chiesa, ma gli affreschi potrebbero essere stati copiati o riprodotti dalle stesse maestranze che avevano lavorato a Pieve di Cento nel 1700.
Secondo la leggenda Sant'Ambrogio nel tempo in cui era a Bologna, avrebbe fatto una sosta presso l'oratorio di Sant'Anna, e da qui deriverehbe l'intitolazione della Parrocchiale di Villanova, unica nella diocesi dedicata al santo milanese.

Ecco alcune foto della nostra chiesa che ha una navata e 4 piccoli altari laterali:

Affresco nella chiesa di Sant'Ambrogio       Affresco nella Collegiata di Pieve di Cento