GUBBIO

GUBBIO
La chiesa di S. Giovanni e il Palazzo dei Consoli

La manifestazione più importante è la FESTA DEI CERI il 15 maggio, alla vigilia del giorno dedicato al patrono della città: S. UBALDO,
(Per saperne di piu' su questa festa potete connettervi con i siti www.ciaoumbria.it e www.eugubininelmondo.it/ceri.html)
altre feste importanti sono i CERI PICCOLI e i CERI MEZZANI (riedizioni della festa dei Ceri di cui sono protagonisti i bambini e i ragazzi eugubini nelle due domeniche successive alla Festa dei Ceri), e infine il PALIO DELLA BALESTRA che vede contrapposti i balestrieri di Gubbio con quelli di S. Marino, S. Sepolcro e altre città.

LA STORIA DELLA CITTA'

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A 41 Km. da Perugia, Gubbio, la città del silenzio, con la sua intatta struttura urbanistica medioevale, è una delle più tipiche città dell' Umbria.
Posta allo sbocco della gola del Bottaccione, sulle dirupate pendici del monte Ingino, Gubbio, cinta di mura, sembra essere stata dimenticata dal tempo.
Sorto in epoca remota come insediamento Umbro, Iguvium divenne in seguito alleato di Roma e fiorente municipio durante l' impero.

LE TAVOLE EUGUBINE
Dell' antichità della città sono testimanianza le "TAVOLE EUGUBINE" 7 tavole di bronzo, oggi conservate nel Palazzo dei Consoli, risalenti al 3° secolo A.C. recanti iscrizioni relative a cerimonie  Le 7 Tavole eugubine religiose e a complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione della città, incise nel bronzo con caratteri etruschi e latini nell'antichissima lingua Umbra.
Le Tavole Eugubine contengono prescrizioni per il collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, un gruppo sacerdotale composto da 12 sacerdoti devoti al dio Ju-pater (lo Juppiter latino, ovvero Giove).
Le tavole furono rinvenute e poi vendute al comune di Gubbio nel 1456 e sembra che le tavole provenissero da un antico Tempio di Giove Appennino, nelle vicinanze di Gubbio e della via Flaminia.

 Le 7 Tavole eugubine interpretate dal 
pittore eugubino Giuseppe Gierut
Ecco come il pittore eugubino Giuseppe Gierut ha interpretato lo spirito delle antiche Tavole Eugubine, nel suo sito web www.gierutgiuseppe.it


Del periodo romano rimane invece il magnifico Teatro Romano, anche oggi sede di numerose manifestazioni teatrali.


IL TEATRO ROMANO

Nel medioevo Gubbio (Agobio) fu libero Comune, ferocemente ghibellino, raggiungendo una notevole prosperità, dopo una vittoria miracolosa su 11 città, con a capo Perugia, coalizzate ai suoi danni. Con il decadere dell' età comunale fu sotto il dominio dei Gabrielli e poi della Chiesa, dal 1384 passò ai Montefeltro, duchi d' Urbino, che dettero alla città nuovo splendore. Nel 1624 entrò a far parte dello Stato Pontificio e nel 1860 del Regno d' Italia.

Oggi Gubbio e' un centro turistico di primaria importanza, la città conta 14.000 abitanti, e il comune (per estensione uno dei più grandi d' Italia) conta 32.000 abitanti.
Nell' economia della città oltre al turismo è importante l' artigianato della ceramica, del legno e del ferro battuto. Importanti monumenti sono il PALAZZO DEI CONSOLI del 1332, il PALAZZO DUCALE del tardo quattrocento, il DUOMO, il TEATRO ROMANO e la BASILICA DI S. UBALDO sul monte INGINO.

SBANDIERATORI __ BALESTRIERI
SBANDIERATORI e BALESTRIERI in Piazza Grande

FESTA DEI CERI    FRANCOBOLLO
La Festa dei Ceri, Stemma di Gubbio e il francobollo commemorativo della Festa del 1983



ALBERO DI NATALE DI GUBBIO

Ricordiamo infine come a Gubbio ogni anno si possa ammirare l' Albero di Natale più grande del mondo! Creato illuminando tutto il monte Ingino con fari colorati, si può vedere già da lontano, venendo da Perugia, uno spettacolo unico, che davvero merita una visita a Gubbio nel periodo Natalizio... tanto che alcune compagnie aeree hanno modificato le loro rotte, per permetterne la visione dall' alto ai loro passeggeri!
L'Albero che è già entrato nel Guinnes dei primati,
misura 450 metri di base per 500 m. di altezza.
La Stella, che lo sovrasta, è larga 40 m. e alta 25 m. Per la realizzazione dell' Albero sono necessari circa diciannove chilometri di cavi elettrici, millecinquanta punti luce, duemila prese, per un assorbimento di trenta Kilowatt.
L'Albero viene acceso la sera del 7 dicembre, ed è spento il 10 gennaio.
Nel 2000 il Presidente del Comitato dell'Albero: Luigi Monacelli, ha consegnato un diploma di "Socio onorario" a don Ubaldo Braccini.



L'accoglienza turistica dei ristoranti e alberghi eugubini è ottima. Dal punto di vista gastronomico sono da ricordare il TARTUFO BIANCO, l' anitra in porchetta, il piccione arrosto e il baccalà alla ceraiola, sono inoltre molto apprezzati i vini delle colline eugubine, in particolare il vino roscioletto (rosato di Gubbio).
Moltissime ricette tradizionali della cucina Umbra, sono reperibili sul sito: RICETTE

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S. Francesco e il lupo di Gubbio

S.FRANCESCO
S.FRANCESCO E IL LUPO 
particolare di un dipinto del pittore
  eugubino  Gierut Giuseppe

Ai tempi di S. Francesco (13° secolo) un enorme lupo imperversava nella contrada di Gubbio. Il poverello di Assisi lo seppe e passando da Gubbio andò a cercare il lupo e lo rimproverò per la sua condotta. Il lupo si pentì e tese la zampa a S. Francesco, da allora fu adottato e nutrito dalla popolazione, e quando fratello lupo morì di vecchiaia fu sepolto in terra consacrata.

C' è da notare che per alcuni studiosi, non si trattava di un vero lupo, ma di un brigante che fu convertito dal Santo.

Molte raffigurazioni sono state dedicate all'episodio, la più recente è quella del pittore eugubino Giuseppe Gierut. Molti altri suoi quadri dedicati a S. Francesco e al Cantico delle creature, sono visibili nel suo sito web: www.gierutgiuseppe.it

SANT'UBALDO E SAN FRANCESCO  di Giuseppe Gierut

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S. UBALDO Vescovo di Gubbio

S. UBALDO fu vescovo di Gubbio nel 12° secolo, erano gli anni bui del Medio Evo in cui i Comuni lottavano tra di loro per la supremazia, e Gubbio si trovò coinvolto in una guerra sanguinosa contro Perugia, Gualdo Tadino e altre 9 cittadine confinanti, coalizzate tutte contro, ma la leggenda narra che Gubbio, guidata dal suo Vescovo S. UBALDO, uscì vittoriosa dalla guerra, sconfiggendo miracolosamente tutti i suoi nemici.

Alla morte del Vescovo, nel 1160, fu subito proclamato Beato e poi Santo, e il suo corpo fu conservato in una urna che venne in seguito posta nella basilica a lui consacrata, costruita sul Monte Ingino che sovrasta la città.

Il Monte Ingino e S. Ubaldo, sono citati anche da DANTE nell'XI Canto del Paradiso, con i seguenti versi che si riferiscono al fiume Chiascio, che nasce dal monte Ingino:
Intra Tupino e l' acqua che discende
del colle eletto dal Beato Ubaldo,

URNA
L' Urna con il Corpo incorrotto di S. Ubaldo

ECCO IL LIBRO D'ORO DEI VISITATORI


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