~ LE FAVOLE dei FANUCCI DI CAMPITELLO ~

Queste favole e filastrocche venivano raccontate tanti anni fa ai bambini di Campitello, forse oggi non vengono più raccontate dalle mamme moderne che indaffarate preferiscono affidare i bambini ai cartoni della TV...


MANGOLO, TANGOLO E CIUFOLO_IN_CANESTRO.

Questa è una favola lunghissima, e perciò spesso veniva raccontata a episodi. Forse non è una favola da raccontare ai bambini moderni, però a me piaceva tanto... La morale dovrebbe essere che conta più l'astuzia della forza.
Stranamente questa favola sembra sconosciuta a tutti,anche in Umbria, ma ho scoperto su GOOGLE che ultimamente è stata messa su Internet come FAVOLA IN DIALETTO DI GENZANO.
E poi io ricordo bene che quando avevo circa 13 anni (1957), con stupore la sentii raccontare in TV, in un programma per ragazzi, spacciata addirittura per favola olandese! Chissà?...

C' erano una volta tre fratelli, il più grande si chiamava Mangolo, il mezzano si chiamava Tangolo, e il più piccolo era Ciufolo in canestro. Si chiamava così perché quando era nato era così piccolo, che la mamma non avendo una culla, l'aveva messo a dormire in un canestro.
Quando il padre morì senza lasciare testamento, Mangolo disse a Tangolo:
"Io sono il più grande e quindi farò le parti.
Per dividere in tre parti la botte di vino, metteremo tre rubinetti per poter spillare il vino. Il rubinetto più in alto dove c'è il vino più limpido tocca a me, quello in mezzo a te, e a Ciufolo in canestro lasceremo il rubinetto in basso, dove c'è la feccia e il vino più torbido....
Poi delle tre vacche, io prenderò la più grassa, te prenderai la media e a Ciufolo in canestro toccherà quella più magra e più vecchia che è moribonda.
Divideremo anche il miele, l'alveare grande è per me, quello medio per te e quello piccolo, quasi senza api è per Ciufolo in canestro."
Poi i fratelli più grandi andarono dal fratello più piccolo e gli comunicarono le loro decisioni. Ciufolo in Canestro non protestò per aver avuto le parti peggiori, ma giurò di vendicarsi.
Intanto cominciò a bere vino a tutto spiano, mentre i fratelli lo centellinavano, e così dopo qualche settimana, gli altri due si accorsero che il loro vino era finito, mentre Ciufolo in canestro continuava a bere e garganella!
Quando si trattò di smielare, Mangolo e Tangolo ottennero due bigonce di miele, mentre Ciufolo in canestro ne ricavò solo un vasetto. Allora Ciufolo in canestro prese una bigoncia, la riempì di cacca e poi sopra vi versò il suo miele e si recò in paese, dove riuscì a venderlo per 100 denari. Poi ai fratelli che lo prendevano in giro per essere andato a vendere un vasetto così piccolo fece vedere quanto aveva ricavato, e disse loro: "Andate anche voi in paese, il miele è alle stelle, chissà quanto vi daranno per tutto il miele che avete!". Ma quando arrivarono in paese con le loro bigonce, furono subito riconosciuti come fratelli di quel mascalzone che aveva venduto la merda al posto del miele e così gli abitanti pensando che anche loro volessero imbrogliarli, li acchiapparono e li riempirono di bastonate. E così tornarono a casa pieni di lividi e senza averci capito niente.
Poi Ciufolo in canestro, vedendo che la sua vacca era morta, ne prese la pelle per andarla a vendere in un paese vicino. Però cammina, cammina, si fece notte e avendo paura degli animali della foresta, Ciufolo in canestro si arrampicò su un albero con la sua pelle e si mise a dormire. Ma dopo un po' sentì un rumore di zoccoli e sotto di lui si fermarono tre briganti a cavallo che cominciarono a dividersi un sacco di monete d'oro, frutto di una rapina.
Ciufolo in canestro che era spaventatissimo, cominciò talmente a tremare che si lasciò scappare la pelle di vacca. Cadendo dall'alto con gran fracasso la pelle si aprì e i briganti vedendo quella cosa bianca, che cadeva dall'alto, si spaventarono e cominciarono a scappare gridando:
"Via! via! casca una pacca di cielo! scappiamo via, casca una pacca di cielo!...".
E quando al mattino Ciufolo in canestro scese dall'albero, trovò il sacco pieno di monete d'oro abbandonato dai briganti. E allora tornò a casa e disse ai fratelli:
"Guardate quanto valgono le pelli! Guardate quante monete d'oro... Che ci fate con le vostre vacche grasse? Ammazzatele subito e andate a vendere le pelli, questo è il momento buono!". E così i due fresconi si lasciarono convincere e, ammazzate le loro vacche, andarono in paese e presero a gridare:
"Chi ci dà un sacco d'oro per queste due pelli?... Chi ci dà un sacco d'oro?". Finché la gente si stufò e prendendoli per scemi, li cacciarono via a pedate dal paese... Allora mentre tornavano a casa doloranti, cominciarono a pensare e si accorsero che la causa di tutte le loro disgrazie era proprio Ciufolo in canestro, e così decisero di ammazzarlo...
Arrivati a casa presero un sacco e appena il fratello si presentò davanti a loro gli diedero una botta in testa e lo rinchiusero nel sacco. Poi lo misero sul carretto e si avviarono verso il fiume vicino per buttarcelo dentro e affogarlo. Però strada facendo videro un'osteria, e avendo sete, e avendo tutti i soldi di Ciufolo in canestro, pensarono bene di fermarsi a bere e a mangiare.
Intanto Ciufolo in canestro che era nel sacco, cominciava a lamentarsi, e riusciva ad attirare l'attenzione di un porcaro che passava di lì con i suoi maiali. Il porcaro sciolse il sacco e cominciò a chiedere al ragazzo cosa ci facesse legato nel sacco.
E Ciufolo in canestro piangendo, cominciò a raccontare che i fratelli volevano per forza portarlo in città per fargli sposare la figlia del Re, che era ricchissima, ma lui non voleva assolutamente perché voleva fare il contadino e non il Re!
"Però se la vuoi sposare te la principessa, mettiti al mio posto nel sacco, e io prenderò i tuoi porci..." E così fecero e Ciufolo in canestro tornò a casa con i maiali. I fratelli, finito di mangiare e bere, gettarono il sacco nel fiume e si accertarono che affondasse. Quando ritornarono a casa, convinti di avere affogato il fratello nel fiume, rimasero a bocca aperta al vederlo vivo e con tanti maiali, ma lui tutto allegro, gli corse in contro ringraziandoli: "Che fortuna!... Pensate che in fondo al fiume era tutto pieno di maiali! Quanti ne ho lasciati... Io ho capato solo i più belli... facevo glu, glu, glu e spingevo da una parte i più belli... glu, glu, glu e spingevo i più brutti dall'altra... Ma quanti ce ne sono ancora... Correte a prenderli anche voi prima che se ne accorga qualcuno... "
E così Mangolo e Tangolo, convinti dal fratello, corsero fino al fiume e in un baleno si gettarono nell'acqua impetuosa, affogando subito e lasciando Ciufolo in canestro padrone di tutto.




LA "PICCIAFAVOLA" DEL SORCETTO BARBARELLO
Veramente questa non è una favola, forse è una FILASTROCCA e certamente serviva per allenare la memoria dei bambini...
Io non ricordavo più quasi niente, ma quest'anno sono andato a Gubbio per i Ceri e me la sono fatta raccontare di nuovo dalla zia Piera....

Questa è la storia del sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello...
C'era una volta una vecchina che si era tanto affezionata a un sorcetto, il sorcetto era tanto bravo e di compagnia e nel castello tutti gli volevano bene.
Un giorno la vecchina mise sul fuoco un paiolo con tre ceci e poi uscì per delle faccende, lasciando in casa il sorcetto Barbarello.
Ma quando tornò a casa, la vecchina si accorse che il sorcetto non c'era... E alla fine cerca, cerca, lo trovò morto in fondo al paiolo!
Che disgrazia! La vecchina urlando si scarmigliò tutti i capelli e cominciò a piangere disperata... Allora la finestra le chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E la vecchina rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello..."

Allora la finestra disperata si sbatté e tutti i vetri caddero in giardino...
Allora l'albero le chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E la finestra rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, e io mi sono sbattuta!"

Allora l'albero disperato fece cadere tutte le foglie!
Passò un uccellino e vedendo l'albero spoglio e piangente chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E l'albero rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, la finestra si è sbattuta, e io mi sono tutto sfogliato!"

Allora l'uccellino disperato fece cadere tutte le penne del culino e volò alla fonte!
E la fonte vedendolo gli chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E l'uccellino rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, la finestra si è sbattuta, l'albero si è sfogliato, e io mi sono spennato il culino!

Allora la fonte dalla disperazione si seccò!
Arrivò allora la Reginella che era venuta a prendere l'acqua e vedendo la fonte secca gli chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E la fonte rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, la finestra si è sbattuta, l'albero si è sfogliato, l'uccellino si è spennato il culino, e io mi sono seccata!"

Allora la reginella per il dispiacere ruppe l'orcio e la brocchetella!
E quando tornò a casa tutta disperata, la vide la Regina e le chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E la reginella rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, la finestra si è sbattuta, l'albero si è sfogliato, l'uccellino si è spennato il culino, la fonte si è seccata, e io ho rotto l'orcio e la brocchetella!"

Allora la Regina disperata mise il culo nella farina!
E poi passò il cuoco vide la Regina e le chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E la Regina rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, la finestra si è sbattuta, l'albero si è sfogliato, l'uccellino si è spennato il culino, la fonte si è seccata, la reginella ha rotto l'orcio e la brocchetella, e io ho messo il culo nella farina!"

Allora il cuoco disperato mise il culo sopra il foco!
In quel momento passò un chincagliere e gli chiese:
- "Cosa è successo? perché ti disperi tanto?"
E il cuoco disperato rispose: -"E' morto il sorcetto Barbarello che era lo spasso del Castello... La vecchina si è scarmigliata, la finestra si è sbattuta, l'albero si è sfogliato, l'uccellino si è spennato il culino, la fonte si è seccata, la reginella ha rotto l'orcio e la brocchetella, la regina ha messo il culo nella farina, e io ho messo il culo sopra al foco!"

E allora il chincagliere per la disperazione ruppe il piatto e il bicchiere!




E infine la favola mai raccontata
LA TROMBA O LA CICCIRUMBELLA?
Quando ero piccolo io, non era tanto facile farsi raccontare una favola, anche perché le nonne di una volta erano sempre molto indaffarate: dovevano pulire la casa, fare il bucato, fare il pane, fare la pasta, andare nell'orto a raccogliere le verdure per poi cucinare, e magari se avevano un po' di tempo libero, anche filare la lana, fare la maglia, tessere la tela, zappare l'orto e strappare le erbacce, seminare, allevare polli e conigli, ecc. ecc.

- "Nonna mi racconti una favola?"
- "Certo, quale vuoi, quella della Tromba o quella della Ciccirumbella?"
- "Quella della Ciccirumbella"
- " Va bene, ma quella della Tromba è più bella e più longa...."
- "Allora raccontami quella della Tromba..."
- "Si, ma quella della Ciccirumbella è più longa e più bella..."
- "E allora raccontami quella della Ciccirumbella"
- " Va bene, ma quella della Tromba è più bella e più longa...."

E così fino a quando me ne scappavo disperato perché capivo che la favola non me l'avrebbe mai raccontata....



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