SIAMO GIOVANI (ANCORA) - LA RIVISTA DEL SODALIZIO SAN MARTINO


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INDICE

INTRODUZIONE
Incontrarsi, Elisa Ferranti     p. 1

Ama la vita, Madre eresa di Calcutta     p. 2
SOLIDARIETA’

Le Rime dell’Amicizia del San Martino,
Anonimo     p. 2

LUOGHI

Oh, che bel Castello Marcondirondello…
Oh, che bel Castello Marcondirondà,
Maria Ausilia Paris     p. 3

ETICA IN BRICIOLE

Le regole di Ida, Ida Cassetta     p. 4

BOTANICA IN CARTA


Ida dalla cesta dei fiori, Maria Ausilia Paris     p. 5

ANIMALI

La creatura graziosa, Maria Lorvich     p. 6

INFORMATICA

L’ Intervista al Webmaster Cristiano,
Cristiano Fanucci & Elisa Ferranti     p. 6

IRONICAMENTE IGIENE

La Signora Carta Igienica, Cristiano Fanucci     p. 10

ARTE

Ai margini di un commento sull’ opera
Mezzogiorno sulle Alpi di G. Segantini,
Maria Ausilia Paris     p. 11

Accarezzare un sogno a Villa Borghese,
Ornella Coderoni     p. 12

GIOCHI

A proposito di gioco,
Maria Ausilia Paris     p. 13


CANTAR VERSI

Noi Siamo Ochette,
Alma Centrorame     p. 15

Un geco, detto Filo,
Gabriella Secco     p. 15

Mamma,
Gabriella Secco     p. 16

Maria,
Maria Ausilia Paris     p. 16

Chiamami per nome,
Maria Ausilia Paris     p. 16

Un sorriso,
Maria Ausilia Paris     p. 17

IL VIAGGIO

Discorrendo di Lima,
Gabriella Rigoni     p. 17


ANGOLO DEL PROVERBIO

Manciata di proverbi,
Cristiano Fanucci     p. 18

LE NOSTRE STORIE

La tartaruga cieca,
Gabriella Secco     p. 19

L’ Albero innamorato,
Gabriella Secco     p. 20

I Giannini,
Gli ospiti del Monet     p. 24

RICETTE

Le fave dei morti,
Alma Centorame     p. 26

Maccheroni con miele e noci,
Cristiano Fanucci     p. 27

Torta magica con Salsiccia e Verdura,
Gabriella Secco     p. 27


BARZELLETTE

Ridere con La Maria, Maria Lorvich     p. 28

GALLERIA DEL SAN MARTINO

Vedere il Mondo a Matita,
Mario Mangiamacco     p. 29

PILLOLE DI FILOSOFIA

Poesia La Vita, Maria Lorvich     p. 30

LETTERA di NATALE

Il nostro Natale Mario Mangiamacco &
la Residenza Protetta
    p. 31

LA BOTTEGUCCIA DELLE GAZZE LADRE     p. 31






INTRODUZIONE

Incontrarsi

“ Ogni Persona, incontrata per la Via o al Sodalizio, è una Foglia, che, arricchirà il Tuo Albero… Molte si perderanno con il Vento, ma le più importanti non si staccheranno Mai… “
Così, con le parole, in versi, sussurrate da una Signora della Residenza Protetta, Nella, irrompiamo rumorosamente tra Voi…
Semplicità e Amore si racchiudono in queste parole…
Semplicità e Amore delle Foglie… Noi, Fragili, nell’accogliere Memorie e nel riscoprirci in diverse emozioni…
Semplicità e Amore dell’Albero… Noi Siamo Alberi… Le nostre Radici, il nostro Tronco e i Rami raccontano Storie, mai sentite… fanno mostra di ciò che Noi Siamo e Possiamo Essere Ancora e Ancora…


Care Lettrici e Cari Lettori,

Con Immensa Gioia vi Presentiamo la seconda uscita della Rivista del Sodalizio di San Martino, SIAMO GIOVANI ( ANCORA … ).
Camminare Insieme con le Menti, con i Cuori, con le Mani e i Piedi e…
Sì, alla fine, con carta e penna…
Ci incontriamo al Sodalizio di San Martino…
Discutiamo, ridiamo e a volte - beh, perché no - ci alteriamo con passione per una causa…
Una email con un ricordo, un messaggino su whatsapp con una poesia, una Parola e una Carezza scambiata tra Noi e Voi…
Lasciateci un Posto, accanto a Voi, nel vostro divano di Casa o in una sedia, intorno ad un Tavolo con tante leccornie.
Sedetevi, accanto a Noi, e… sfogliate e leggete, pagina dopo pagina, la Rivista…
Ricordate SIAMO GIOVANI ( ANCORA … ).

( Elisa Ferranti )




Ama la vita così com'è.

Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano
o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re:
Amala quando ti rubano tutto
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo
nemmeno un po'.
Amala nella felicità
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!

( Madre Teresa di Calcutta )







SOLIDARIETA’

Le Rime dell’Amicizia del San Martino

Ci vuole così poco
a farsi voler bene...

Una parola buona,
detta quando conviene...
Un po' di gentilezza...
Una sola carezza...
Un semplice sorriso,
che, ci baleni in viso…
Il cuore sempre aperto
per ognuno che viene...
Ci vuole così poco
a farsi voler bene!

(ANONIMO DEL SAN MARTINO )





LUOGHI

Oh che bel castello Marcodirondirondello… Oh che bel castello Marcondirondirondà

Così recitava una antica filastrocca per bambini, mentre in cerchio facevano il girotondo…
“ Nella mia mente vedevo un castello, un luogo magico con torri, fossati, ponti levatoi, fanciulle dalle lunghe trecce bionde, che, gettate fuori dalla finestra, servivano a far salire arditi principi azzurri.”
Mondo fantastico, che, faceva accendere le stelline negli occhi per la MERAVIGLIA. Mondo dei desideri, di orizzonti lontani.
Chi non ha mai sognato un castello?!
Di essere un castellano servito e riverito da uno stuolo di maestranze con a capo un abile maggiordomo?
Quando penso ad un castello, unito a sogni di fede e sfarzi, eccolo…
CASTELLO CHENONCEAU
Il Castello di Chenonceau, sul fiume Cher nella regione della Loire.
Tra l’altro, quando lo visitai, ebbi la possibilità di consumarvi il pranzo nella “limonaia”, con i servi in livrea e guanti bianchi, pronti a soddisfare qualsiasi richiesta di cibo.
Fate, elfi, musica diffusa potrebbero essere lo sfondo di magnifiche dimore e riportare l’anima di ognuno di noi a quando, piccoli, sgranavamo gli occhi al
sentir raccontare certe storie.
Quando Maria mi prestò il libro sui castelli umbri, quasi quasi non credevo a quello che avrei visto.
Non avevo mai infatti abbinato l’idea di castello alla mia terra umbra.
Tanti conventi, eremi, luoghi di contemplazione e riflessione mi erano sempre stati congeniali, ma castelli, proprio no.
Così sfogliai con curiosità il volume e osservai con attenzione le foto dei castelli umbri.
Mi accorsi subito che, in realtà, i nostri castelli sono, in gran parte fortezze e quell’aria magica e sognante dei “vari castelli” è un po' lontana. CASTELLO
Danno subito l’impressione delle “difese” dalle guerre, dal bisogno di sicurezza. Alcuni sono di piccole dimensioni, oserei dire che piuttosto sono grandi case fortificate con i loro territori e le mura coronate da merli “guelfi” o “ghibellini”.
Osservando le tante immagini, ti vien da riflettere sul tipo di vita che vi si svolgeva all’interno.
In particolare, mi hanno colpito: il castello dei cavalieri di Malta a Magione, le varie rocche, sempre a Magione, il castello di Monte Falco, quello di Monterone (ex antichità di Picella) non ristrutturato con la sua merlatura guelfa, quello di Postigiano a Sellano, quello di Quadro a Todi, quello di Civitella Ranieri ad Umbertide, quello di Montalto, sempre ad Umbertide, quello di Fabro, e quello di Sola Fierelle, quello di Corbara ad Orvieto e così via.
Alcuni sono stati restaurati e sono in buone condizioni, altri sono in fase decadente.
L’idea di giovani fanciulle, magari salvate da principi azzurri, rimane un po' distante dalla tipologia dei castelli suddetti.
Tuttavia, è sempre affascinante l’idea di vivere in un castello, fosse anche più una fortezza, perché suggerisce l’idea di potere e di forza. Non distinguerei l’idea di una festa in maschera all’interno di un castello.
Alcuni dei castelli umbri, attualmente, vengono utilizzati per la celebrazione di matrimoni suggestivi.
Si auspica la visita dei castelli suddetti, per una conoscenza più diretta e significativa.

( MARIA AUSILIA PARIS )






ETICA IN BRICIOLE

Le regole di Ida

Per poter star bene, la nostra Ida vi suggerisce di:

* mangiare giusto,

* camminare,

* tenere la mente occupata.



( IDA CASSETTA )







BOTANICA IN CARTA

Ida dalla cesta di fiori

 IDA E I SUOI FIORI DI CARTA
Nella pomeridiana ora dedicata al disegno….
Clara, Marisa, Gabriella, Mariù coloravano allegramente ed alacramente le loro opere.
Cristiano stava producendo “la fanciulla con l’orecchino di perla di Veermer” per poi riportarla su una tavola di legno con pirografo.

Elisa sottolineava l’ingenuità e la sensualità della stessa…
Annie e il professor Antonio rallegravano l’atmosfera con brevi brani suonati al pianoforte.
Qualcuno, in disparte, guardava tutto.

All’improvviso, è apparsa Ida, con una cesta ricolma di fiori multicolori.
Fiori spuntati, magicamente, dalla sua Persona, come quelli della “Primavera” del Botticelli, o colti da un improbabile prato di montagna.

E’ scomparso allora lo sfondo, ed è rimasta solo una Donna dal volto antico e enigmatico, dal sorriso appena accennato, ma profondo, come emersa da un quadro di Segantini, con quell’aria che supera la temporalità e ti immette in una dimensione irreale…
In un’atmosfera profonda e semplice, scolpita come la Natura…

Quella natura, che, attraverso il Colore e la Forma dei fiori, ti riconcilia con la Realtà.

( MARIA AUSILIA PARIS )




ANIMALI

La creatura graziosa

Leoni, zebre e pu elefanti
GATTO NERO eve creato Dio, ma pu pensò:
sti animali van bene, ma n’ son tanti
ce ne vuol qualcun altro… E che ce fo?
Me piaceria ‘n bel po' ‘n animalino
Non cossì grosso, né tanto violento,
che, sia svelto, grazioso e pu carino…
Adé ce penso e pu me fo contento.
Ha da esse morbido, col pelo e bello,
furbo dev’ esse e proprio ‘ntilligente,
agile ‘l corpo e pu flessuoso e snello,
fedele si, ma anche ‘ndipendente.
Sì, sì ‘st’ idea me piace, sì me l’ sento
disse l signore Ddio e detto fatto,
lu che pol tutto, lì ‘nton quel momento,
subito, come gnente… fece ‘l gatto.

( MARIA LORVICH )






INFORMATICA


L' Intervista al Webmaster Cristiano Fanucci

Cristiano Fanucci è appassionato di Computer da sempre.
Acquistò il suo primo ATARI 800 nel 1980, e poi il mitico ATARI ST nel 1985 per passare poi ai P.C. IBM compatibili.
Ha sempre programmato, in tutti i vari dialetti BASIC per i computer ATARI, AMIGA e P.C. IBM ed è stato il creatore del GFA-BASIC CLUB di BOLOGNA, per far conoscere in Italia un potente linguaggio di programmazione creato in Germania.
Vincitore di concorso al Ministero delle Finanze, ha diretto per 15 anni il Centro Elaborazione Dati del Centro di Servizio delle Imposte Dirette e Indirette di Bologna, (uno dei più grandi CED della regione) insegnando informatica nei corsi per gli impiegati del Ministero.
DALL'AGOSTO 2002, E' IN PENSIONE MA HA INIZIATO UN'ATTIVITA' PROFESSIONALE NEL CAMPO INFORMATICO COME PROGRAMMATORE E WEBMASTER, DIVENTANDO UNO SPECIALISTA NELLA CREAZIONE DI SITI WEB PRIMI SU TUTTI I MOTORI DI RICERCA.

Elisa: CHE COS'E' UN COMPUTER?
CRISTIANO: Potrei darti una definizione classica come questa: "Un computer è una macchina automatizzata programmabile in grado di eseguire sia complessi calcoli matematici (calcolatore) sia altri tipi di elaborazioni dati."
COMPUTER COMMODORE 64 Questa definizione però non dice niente... Invece ti dirò che i primi computer venduti al grosso pubblico negli anni '80, tipo Commodore 64 arrivato in Italia nel 1982, erano più che altro video giochi che avevano anche la possibilità di essere programmati con un linguaggio abbastanza semplice (il BASIC) per effettuare calcoli di ogni tipo e la possibilità di scrivere e memorizzare testi.
Questi primi computer erano acquistati più che altro da appassionati di video giochi e da appassionati di programmazione, visto che i programmi disponibili erano pochissimi. Molti creavano programmi che poi venivano pubblicati su riviste specializzate. La differenza principale dai computer di oggi è, che, fino all'anno 2000, Internet era praticamente sconosciuta e i computer di allora non erano collegati tra loro. Oggi, invece, con INTERNET tutti i computer sono collegati fra loro. Oggi, quasi tutti i giochi possono essere scaricati dalla rete... Naturalmente ai miei tempi quei computerini dovevano essere collegati ad un mastodontico televisore.

Elisa: QUANDO HAI CONOSCIUTO I COMPUTER?
CRISTIANO: : Fin da ragazzo ero appassionato di meccanica, elettricità e radio, e a 17 anni avevo creato i miei primi motorini elettrici e un originale pirografo ad arco elettrico per fare miniature, ed infine le mie radio a transistor auto costruite, in grado di captare tutte le frequenze, non solo le curiose telefonate in onde corte del Servizio Radiotelefonico Marittimo ma anche le trasmissioni della Polizia e dell'Esercito. COMPUTER ATARI 400 Per questo ero appassionato anche di Computer, e nel 1965 provai a frequentare un corso di programmazione, ma fatto il TEST iniziale... fui caldamente sconsigliato di seguirlo, il computer non faceva proprio per me! Però all'Università di Roma, nel 1967, avevo seguito un corso di programmazione in FORTRAN, un linguaggio oggi quasi del tutto abbandonato, abbastanza simile, anzi precursore, del BASIC, e avevo programmato sul Computer IBM dell'Università, un macchinario enorme collocato in un locale inaccessibile con aria condizionata, che leggeva il programma non da un disco ma da tante schede di cartone perforate e stampava i risultati su una specie di telescrivente e su un video a fosfori verdi.
Non esistevano ancora le macchine da scrivere elettriche, e la stampante del computer era quanto di meglio c'era all'epoca per poter stampare un testo memorizzato in un file. Quando nelle riviste di elettronica di cui ero appassionato lettore, si cominciò a trattare non solo di radio e televisione ma anche dei primi computerini destinati al pubblico, nati in America, non vedevo l'ora di vederne uno da vicino. Quando nel 1980 arrivò in Italia l'ATARI 400, invece, di spendere 600.000 lire per comprare il nuovo modello di TV a colori con telecomando, decisi di comprare il computer e di costruirmi da solo il telecomando.

Elisa: IL RICORDO PIU' BELLO LEGATO A QUESTA ATTIVITA' E AL COMPUTER.
CRISTIANO: Con il mio ATARI 400 dopo un anno di prove e di tentativi creai un programma in BASIC, un vero videogioco, che, perfezionai e portai a un CONCORSO per programmatori di computer, indetto dalla Associazione Italiana per l'informatica e il Calcolo Automatico, l'AICA, che, si svolgeva a Milano nel Palazzo Stelline nel 1983.  PROGRAMMI IN BASIC PER ATARI 400 - BATTAGLIA AERONAVALE Eravamo una ventina di concorrenti da tutta Italia, ognuno nel suo box con il suo computer e un grande televisore, i membri della giuria giravano per i box esaminando i nostri programmi, ma c'era anche una troupe della RAI, che, appena vide il mio gioco si entusiasmò e mi costrinse a seguirla fino ai loro studi, in Corso Sempione, dove c'era FABRIZIO FRIZZI che stava girando il programma per ragazzi TANDEM. Frizzi era giovanissimo e ancora poco conosciuto, mi fece una bella intervista sui computer che allora erano davvero una novità, mentre i tecnici con telecamere speciali riprendevano la mia BATTAGLIA AERONAVALE, intervista che poi andò in onda su RAI 2 la settimana successiva... Naturalmente, arrivai tardi per far giudicare il mio programma dalla giuria dell' AICA, e così vinse un gioco simile agli scacchi, ma io ero stato in televisione e mi avevano visto in tanti amici! Poi, con gli anni, i computerini ATARI ST e COMMODORE AMIGA diventarono sempre più potenti, ma furono sempre snobbati dalle ditte serie che acquistavano i Personal Computer da IBM o da Olivetti. Questi erano bidoni, che, magari avevano ancora schermi con fosfori verdi, niente colore e niente audio, ma costrinsero al fallimento quelle ditte che avevano creato computer bellissimi ma troppo simili a videogiochi. Comunque, dopo qualche anno, anche i PC IBM compatibili cominciarono ad avere schermi a colori e sonoro, e mouse, e anche io mi adattai a programmare giochi per questi nuovi PC in un nuovo linguaggio: il GFA-BASIC, un potente Basic tedesco, che, tradussi in italiano fondando a Bologna un club di appassionati programmatori. Ma la RAI non si dimenticò di me, 22 anni dopo, nel 2005 mi cercò e venni intervistato a casa mia da RAI 2 per il programma "Non è m@i troppo tardi" diretto da Gianni Minoli, che, doveva spiegare il computer agli anziani, e intervistò anche chi come me riusciva a programmare all'età di 61 anni.
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Elisa: COSA TI HA SPINTO A CREARE SITI INTERNET?
CRISTIANO: Cristiano: Nel 1971, avevo vinto un concorso di Procuratore al Ministero delle Finanze e avevo lavorato come funzionario addetto agli accertamenti negli Uffici delle Imposte Dirette, prima in Piemonte e poi a Bologna per circa 20 anni, ma quando mi si presentò l'occasione decisi di cambiare completamente lavoro. Il Ministero voleva creare dei nuovi Centri di Servizio delle Imposte e cercava personale esperto in computer per l'incarico di Direttore del Centro Elaborazione Dati e quindi decisi di cambiare lavoro e anzi di passare al divertimento... Uffici nuovissimi, con centinaia di computer, da noi tutti i 500 impiegati avrebbero avuto un computer... Una pacchia, un divertimento.... Io al CED avevo un MAINFRAME uguale a quello utilizzato dalla NASA per programmare i voli verso la Luna! Ma dopo un po' vidi che in America andavano avanti, avevano inventato INTERNET. Nel 1999, nasce Google, ed io decisi di cominciare con un sito di cucina dove mettere all'inizio non solo ricette di mia moglie Alma, ma di chiedere ai lettori cioè ai pochi che avevano un computer collegato a Internet, di inviarmi le ricette più caratteristiche della loro regione. Il sito ebbe successo e ricevetti migliaia di ricette... Poi creai il sito della famiglia Fanucci, che, spinse centinaia di Fanucci sparsi in tutto il mondo a contattarmi e a inviarmi tante foto, specialmente dagli USA e dal Brasile...

Elisa: CONTINUI A CREARE SITI INTERNET E PERCHE'?
Cristiano:Come ti ho già spiegato, creare siti su Internet è il lavoro del WEBMASTER, ma con il tempo può diventare anche una passione, è come scrivere articoli di giornale, si diventa un po' scrittori...


Elisa: MI DICONO CHE HAI 5 COMPUTER E 3 TABLET OLTRE A 3 SMARTPHONE, PERCHE'?
Cristiano: Beh, io in effetti mi affeziono a tutti i miei strumenti, e poi oggi sarebbe anche difficile eliminare un computer, in ognuno dei computer più vecchi girano ancora programmi utili che magari non girano più sui computer più moderni, oppure contengono giochi che sui nuovi computer girano troppo velocemente e non si riesce più a giocare.

Elisa: COSA TI COLPISCE DELLA STORIA DEI COMPUTER E DEGLI APPARECCHI TECNOLOGICI DI OGGI?
Cristiano: Direi che essendo nato quando ancora non esisteva la Televisione e il Computer, posso dire che tutta questa tecnologia ha cambiato il mondo profondamente, ma che nessuno, anche il più lungimirante all'inizio ne aveva avuto minimamente il sentore. Prima del Computer è stata la Televisione a cambiare radicalmente il costume e anche la lingua degli italiani... Nessuno ricorda che nei nostri paesini le donne anziane erano tutte conciate come oggi sono soltanto le Talebane? Tutte vestite di nero con gonne alla caviglia e fazzoletto in testa per coprire fronte e capelli? E prima delle gemelle Kessler nessuno in Italia aveva mai visto delle belle gambe in fotografia, tranne i più istruiti che avevano studiato storia dell'arte e ammirato in foto la Venere di Milo. E nessuno parlava né capiva bene l'Italiano e in pochi sapevano leggere e scrivere prima del programma in TV del maestro Manzi. E il computer? Nessuno, compresi i professoroni che avevano previsto che in tutto il mondo ne sarebbero bastati una diecina, nessuno ne aveva previsto il boom. Tenuto conto che anche il nostro SMARTPHONE è un computer, ormai nel mondo civilizzato tutti ne hanno più di uno e i più giovani, i nativi digitali, non riescono a farne a meno per nemmeno un minuto al giorno, chi se lo porta in bagno e chi sotto al cuscino... Nessuno oggi può prevedere cosa succederà tra 100 anni. Forse gli studi su DNA ci porteranno a creare una nuova umanità completamente diversa da noi... Forse in futuro i genitori potranno acquistare bambine allevate in vitro belle come Marilin Monroe o bimbi intelligenti come Einstein. Forse gli studi sull'Intelligenza Artificiale e sui Robot, porteranno alla creazione di macchine più intelligenti di noi che potrebbero distruggerci, o potrebbero aiutarci a diffondere l'Uomo in tutta la Galassia...
DI SICURO E' IMPOSSIBILE FARE PREVISIONI!


( Cristiano Fanucci & Elisa Ferranti )





IRONICAMENTE IGIENE


La signora Carta Igienica

Tre anni fa, ci fu un'iniziativa culturale che prevedeva che gli anziani del San Martino insegnassero a dei ragazzini, che frequentavano le elementari in una scuola di Perugia come si coltivano fiori e piante, aderimmo anche Noi e fu un'esperienza interessante... Poi, non ricordo bene il perché, chiedemmo ai ragazzi di fare un Test.
Avrebbero dovuto rispondere alla seguente domanda:
"Cosa portereste con Voi se doveste rimanere per un mese in un'isola deserta?"
Le risposte furono davvero curiose...
Quasi tutti scelsero di portare il telefonino - anche se erano stati avvisati che sull'isola non c'era campo, lo avrebbero portato lo stesso per giocarci - ...
Tuttavia, ci furono delle eccezioni, ovvero un ragazzino rispose che si sarebbe portato il LETTO per dormire, e un altro che avrebbe portato con sé la CARTA IGIENICA!


( CRISTIANO FANUCCI )





ARTE


Ai margini di un commento sull'opera Mezzogiorno sulle Alpi di G. Segantini

Alcuni anni fa, a Milano, ebbi la fortuna di visitare una mostra di quadri del pittore G. Segantini.
In quel momento, a Milano, c'erano varie mostre di autori “più famosi” del Segantini, e così la mostra di cui trattasi era quasi deserta.
Questa fu una fortuna, e così potuto godere a lungo della vista di quei quadri che ti trasportano in un Mondo di pace, tra i monti, pulito...
 Mezzogiorno sulle Alpi di G. Segantini
In una tela, vidi una giovane donna, ritta in piedi con lo sguardo che andava verso l'infinito. Sole, neve sui monti, pecore al pascolo, pace.
Tanti i commenti e le interpretazioni del dipinto, ben più autorevoli delle scarne osservazioni. Ciò che mi piace mettere in evidenza è la figura solida di quella giovane, che guardava l'Infinito.

E' Lei, insieme alla luce , la protagonista dell'opera. La giovane è la modella preferita di Segantini, ovvero la sua governante Baba, ritta nell'universo alla ricerca del senso della vita.

Venendo qui al San Martino, come in un guizzo, riguardando la giovane Baba, mi è venuto di affiancarla alla Ida.
Il tempo è passato… Gli anni hanno segnato il loro scorrere nel volto della giovane, ed ora il suo viso paffuto potrebbe ben essere sostituito da quello più maturo e nobilitato dal lavoro della Ida, ancora dritta nella natura con lo sguardo al di là dello spazio e del tempo, dell'infinito, del senso religioso dell'esistenza, riparato dal sole accecante col gesto sicuro e diretto di chi lo sa che l'infinito, se è Dio, non lo si può guardare negli occhi se lui non te lo concede.

(MARIA AUSILIA PARIS)







Accarezzare un SOGNO a Villa Galleria Borghese


Roma, anni ‘50

Era una splendida giornata di sole che illuminava le antiche mura della vecchia Roma.
Ero a Roma per studiare e per meglio assorbire le bellezze della città eterna.
Quel giorno avevo deciso di andare il museo della Galleria Borghese
Era una splendida giornata di sole che illuminava le antiche mura della vecchia Roma.

Ero a Roma per studiare e per meglio assorbire le bellezze della città eterna.
Quel giorno avevo deciso di andare a visitare il museo della Galleria Borghese.
Ai piedi raggiunsi piazza del Popolo dove un gruppo di artisti si stavano intrattenendo nel loro solito bar a poca distanza dalla scalinata che portava al parco della Galleria Borghese.
Ai piedi avevo percorso via di Ripetta dove nel liceo artistico avevo trascorso delle ore indimenticabili nell'esame per eseguire i progetti architettonici.
Passai oltre con nostalgia fino a Piazza del Popolo dove il vecchio obelisco egiziano, immobile e taciturno, accoglieva gli amanti di Roma. Mi diressi verso l'artistica scalinata, che portava al parco. Lo attraversai assorbendone i profumi ed i colori fino ad arrivare al Museo. Entrai e ben presto mi ritrovai di fronte la magnifica scultura di Canova.
PAOLINA BONAPARTE SCULTURA
Il seminudo di Paolina Bonaparte sdraiata sul tipico canapé, che stringeva in mano una mela. Il marmo bianco accentuava l'armonica bellezza del corpo di Paolina che serenamente accoglieva tutti i visitatori del mondo della galleria.
Affascinata da quegli ambienti ricchi di opere d'arte, iniziai il mio percorso da visitatrice interessata, quando, ad un tratto mi si avvicinò inaspettatamente un visitatore attratto dall'intenso interesse con cui io ammiravo quelle figure di quadri, che, sembrava prendessero vita ai miei occhi. Quel giovane delicatamente si scusò chiedendomi qualche informazione di quelle opere che io osservavo rapita.
Gentilmente risposti alle sue curiosità ed altre ne seguirono per cui insieme
osservando e conversandoci godemmo lo spettacolo di tutta la galleria. La visita artistica era terminata ed insieme uscimmo verso il parco, conversando ormai non più d'arte ma di argomenti più personali.
Avevo suscitato in lui un sincero interesse per cui gli argomenti di conversazione riguardavano le nostre vite reali. Lentamente attraversammo il parco, scendemmo in Piazza del Popolo..
Mi disse che lui era del Brasile ed abitava con la mamma in una villa sul colle di Rio de Janeiro. Era venuto in Italia per andare a Perugia per fare delle lezioni presso l'Università per gli stranieri. Ma era rimasto talmente affascinato dall'Italia e dagli italiani che aveva progettato di restarci a vivere. A Rio, in passato,aveva avuto una compagna, ma ormai la storia era finita e non fece mistero del suo desiderio di avermi con lui in quel posto stupendo. Mi mostrò tutti i suoi documenti non richiesti. Mi chiese dei miei genitori e non mancò di dirmi che avrebbe voluto andare a trovarli a parlare con loro.
Era chiaro che pensava di soddisfare il suo desiderio di farmi parte della sua famiglia, portandomi nella sua casa a Rio de Janeiro.
Un programma espresso di colpo tanto sincero e realistico , ma io, ad un simile imprevisto così inaspettato quasi mi intimorii e di colpo, all'arrivo del mio tram gli corsi incontro e salii al volo su quei gradini lasciando quel bel giovane immobile che mi guardava allontanarmi, con gli occhi spalancati e increduli mentre io mi allontanavo stordita verso il mio collegio delle suore rinunciando ad un progetto
bello e inaspettato come un sogno.


( ORNELLA CODERONI )






GIOCHI

A proposito di gioco...

Tra le molteplici e, a volte impensabili, definizioni con le quali Madre Teresa di Calcutta indica la vita nel suo insuperato INNO ALLA VITA, ce n'è una che mi colpisce, in particolare “La Vita è un gioco, giocalo…”.
Forse, alcuni ricorderanno che in un pezzo musicale, di ormai molti anni fa, un'esile fanciulla, rispondente al nome di Nada Malanina, cantava:

«La vita è un gioco,
mischia le carte.
Ride chi unisce, chi perde piange.
Ma la partita è solo una.
Nella vita ci vuole fortuna,
una rivincita non ci sarà.»

Mi viene anche in mente il gioco estremo, la partita a scacchi con la morte , nel film IL SETTIMO SIGILLO di Ingmar Bergman, dove il protagonista rischia la sua vita agli scacchi, perché in ogni gioco c'è chi vince e c'è chi perde, molto o poco.
Sicuramente ci saranno tanti altri esempi, che, chiariscono il concetto di GIOCO.
Comunque quando si parla di gioco, a Tutti viene in mente la molteplicità dei giochi:
 GIOCO 4 CANTONI
gioco all'aperto
gioco al chiuso
gioco di bimbi
gioco di adulti
gioco individuale
gioco di gruppo
gioco con giocattoli o comunque oggetti (esempio carte)
gioco d'azzardo
gioco online.
Insomma, ci sono infinite tipologie di gioco.
Tutte, però, hanno in comune alcuni elementi e, primo fra tutti, la presenza di “regole”.
Non si può giocare senza seguire delle regole, senza conoscere le regole del gioco.
Penso che ognuno di noi quando sente la parole “regole”, va con la mente alla matematica.

E' la disciplina, per eccellenza, nella quale vi sono delle “regole”.
E tutti sanno quanto ci hanno fatto soffrire queste “regole”.
Ma, facendo un salto di 360 gradi, di regole si parla anche nella morale ( morale intesa come insieme di principi e valori ideali, in base ai quali l'individuo o la collettività decidono liberamente la scelta del proprio comportamento ).
Come si vede siamo in un altro campo, in un altro sfondo, in un'altra realtà coinvolgente.
A tal proposito ricordo che, alcuni anni or sono, ho assistito a una bellissima lezione-conferenza di “matematica-morale”, che, un professore tedesco dell'università di Heidelberg aveva preparato per un convegno all'Accademia dei Lincei di Roma, convegno che aveva come oggetto proprio le REGOLE DELLA MATEMATICA E DELLA MORALE.
Siamo al Top del sapere. Vi si parlava di regola aurea del matematico Fibonacci di Frattoli, di astronomia e anche del significato del numero 8 e dell'ottagono nelle diverse culture e religioni eccetera.
Da quanto detto si evince che il gioco, ogni gioco, è una cosa seria.
Esso è una metafora (simbolizzazione) della Vita.
E' pertanto necessario “giocare” per vivere.
Chi non gioca, o non sa giocare, o non vuol giocare, non vive.
Il gioco non è un passatempo inutile, ma è qualcosa di necessario a piccoli e grandi.
Non è un giochetto in senso riduttivo, come indica il nome di una via di Perugia, situata dietro la chiesa di Monteluce, e del cui significato non si ha contentezza.


[ Nota bene: Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, l'Accademia dei Lincei fu fondata a Roma tra il ‘500 e il ‘600 dallo scienziato Federico Cesi, umbro-romano, del naturalista olandese Heckius e del marchigiano Stelluti, anche lui naturalista.
Il termine Accademia deriva dal greco, e precisamente dalla Scuola di Platone (filosofo).
Essa è un istituto di istruzione superiore, organizzata da professionisti che la pensano nello stesso modo in molte parti del mondo.
Il termine “Lincei” deriva da lince.
La lince è un felino dallo sguardo molto acuto.
Nello scegliere questo termine i tre fondatori volevano far capire che nei loro studi, avrebbero voluto avere la stessa acutezza nello ogni aspetto della natura. ]


( MARIA AUSILIA PARIS )






CANTAR IN VERSI

 GIOCO 4 CANTONI
Noi siamo Ochette...

Le ochette del pantano
vanno piano, piano, piano
tutte in fila come i fanti
una dietro e l'altra avanti
una si pettina, una balbetta
con voce bassa la stessa parola
una nell'acqua, come una barchetta
fatta coi fogli di un libro di scuola.

( ALMA CENTORAME )



Un geco chiamato “Filo”

Una bambina aveva come amico un geco,
parlavano spesso insieme...
Lui mangiava i moscerini e le zanzare...
Lei gli preparava tanta frutta,
di cui lui era ghiotto...
per ringraziarla, faceva uscire
dalla sua bocca fili d'oro...
sì, fili d'oro…
era un geco magico,
e la bambina con i fili
si cuciva tanti abiti solari.

( GABRIELLA SECCO )



A mia madre

Avevi paura che la mia schiena
divenisse troppo curva...
non aver paura mamma
il gonfiore che vedi nella scapola
è una piccola ala che sta cercando di uscire,
senza sangue spinge la mia carne...
non aver paura mamma,
sono sempre io,
io e la mia gobba da angelo.

(GABRIELLA SECCO)




Maria

Che bel nome Maria
Un nome semplice, ma mai banale.
Molte sono le sue origini,
mi piace pensare
a quella ebraica che vuol dire
“Signora del mare”,
perché il mare è il “ sinonimo”
della molteplicità di ognuno di noi,
è il mistero,
il profondo,
la vita,
la morte.
Grazie a tutte le “Maria”,
che popolano la nostra terra.

( MARIA AUSILIA PARIS )



Chiamami per nome

Non sono un anonimo,
che, passa furtivo
nella tua Vita…
sono quel nome,
quell'unico, irripetibile nome
scritto
“nel palmo della tua mano”.

Chiamami per nome,
avrò stima di Te.

( MARIA AUSILIA PARIS )



Un sorriso

Quando sentì il cuore pesante,
quando sembra che tutto concorra a buttarti giù,
a guardare in basso
senza un guizzo di luce,
prova,
prova ad abbozzare un sorriso,
alla prima persona con cui entri in contatto,
al vicino che ieri ti ha fatto uno sgarbo,
al protagonista della struggente
nostalgia che è dentro di Te.
Se puoi,
se vuoi,
chiamalo per nome.
Qualcuno dirà che sei uno sciocco.
E forse è vero,
non te ne curare.
Quel sorriso consola Te,
ti apre un mondo,
squarcia le nubi nere
che ti impediscono di vedere il blu.

( MARIA AUSILIA PARIS )







IL VIAGGIO

Discorrendo di Lima

I bambini sono bellissimi. Li ho sempre intorno, incuriositi dal mio aspetto gringo.

La sporcizia è sovrana, eppure l'acqua non manca perché c'è un rio che attraversa il Paese.

Lima è la città più triste della Terra. I peruviani sono le persone più malinconiche che ho conosciuto, ma il mio giudizio non è obiettivo perché ho conosciuto solo coloro che vivono sulla Sierra in condizioni estremamente difficili.

Nelle città, i servizi igienici sono talmente piccoli, che, la carta igienica intaserebbe l'impianto, pertanto, accanto al Gabinetto si trova un cestino con carta “usata”.
Si usa anche un fazzoletto, tovagliolo…

Nei villaggi e nei paesi delle Ande, la giustizia per reati minori viene affrontata e definita “in casa”.

Sapete perché le contadine peruviane puzzano di più degli uomini?
Non portano biancheria intima, e avendo gonne piuttosto corte ( al ginocchio) e larghe quando si trovano ad avere esigenze fisiologiche si accovacciano dove si trovano e con molta disinvoltura provvedono alle loro necessità!

E' la città più triste del mondo… Per consolarci, ci siamo abbuffati di pesce fritto… siamo riusciti a trovare una gelateria italiana: il gelato è costato più del pranzo! W L'Italia!

( GABRIELLA RIGONI )





L' ANGOLO DEL PROVERBIO

Manciata di proverbi Umbri

* Si lampa a la Strega, non è jorno che te frega!
Se lampeggia sul monte Strega, pioverà prima di giorno a Scheggia.

* Quanno te sposi?- L'anno del mai e lu mese del poi.
Quando ti sposi? L'anno di mai ed il mese di poi: ovvero mai

* Chi cià 'l pane non cià li denti! e chi cià i denti non cià l'pane...
Chi ha il pane non ha i denti! e chi ha i denti non ha il pane...

* Chi ha più giudizio più ne adopri.
Chi ha più giudizio più ne adoperi.

* Non stuzzicà lu cane che dorme.
Non infastidire il cane che dorme (le persone tranquille).

* Glj manca la terra sotto li piedi.
Gli manca la terra sotto i piedi.

* Sto co li frati e zappo l'ortu.
Sto con i frati e zappo l'orto.

* Troppi galli a cantà, non se fa mai jornu.
Troppi galli a cantare, non si fa mai giorno. Quando sono in troppi a parlare non si conclude mai nulla.

* Pé pagà e pè murì c'è sempre tempo.
Per pagare e per morire c'è sempre tempo.

* Il letto è 'na rosa, chi non dorme riposa.
Il letto è una rosa, chi non dorme comunque si riposa.

* L'erba cattiva nun more mai.
L'erba cattiva non muore mai.

* Chi lascia la strada vecchia pe la nova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova.
Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova.

Eccetera eccetera…

( CRISTIANO FANUCCI )







LE NOSTRE STORIE

La Tartaruga Cieca

Nuota beata la tartaruga...
il suo guscio è colorato, con tante stelline...
le unghie dipinte di blu...
gli occhi trasparenti, e la bocca dipinta di rosso...
TARTARUGA
La tartaruga è cieca...
un pesce spada l'aveva ferita agli occhi.
E' giunto il momento...
aiutata dalla sua amica Sirena,
esce dall'acqua, e scava una buca nella sabbia...
depone tante uova colorate…
guidata dall'odore del mare,
torna in acqua…
le uova si schiudono...
Tantissime tartarughine
si aprono alla VITA…
non tutte ce la fanno.
La tartaruga, emozionata,
piange...
dai suoi occhi,
un fiume di lacrime,
e tanti pesciolini vi nuotano.
E, sì... guarda i suoi piccoli entrare felici in mare


(GABRIELLA SECCO)


L'Albero Innamorato

ALBERO1
Un giovane albero, Pino, vide una bellissima creatura,
Alice, e se ne innamorò.
Alice passeggiava sempre da sola, per il bosco, e parlava agli uccellini ed a tutti gli animali che incontrava. Un giorno, cantando, un branco di lupi provano a sbranarla.
Lei salì sull'albero per salvarsi, e l'innamorato fu così felice di sentire il suo corpo, che, tutta la linfa gli circolò ovunque...
Gli girava la testa.
Tutti i rami si scuotevano dall'emozione.
ALBERO2
Alice decise di rimanere un pò sull'albero si sentiva al sicuro accanto a quel ruvido tronco.
ALBERO3
Intanto, Pino chiamò sui suoi rami tanti uccellini perché facessero la serenata ad Alice.
Lei rimase incantata da quei dolci suoni, e decise di dormire ai piedi dell'albero.
ALBERO4
Mentre dormiva, Alice fece un sogno bellissimo: era ai bordi di un pozzo molto profondo… si vedevano nella sua acqua limpida e profumata la luna, le stelle e una forza misteriosa la invitò a tuffarsi.
In fondo al pozzo, c'era una galleria senza acqua molto illuminata e la percorse arrivando
all'acqua cristallina di una piscina,
situata in una stanza del castello di una fata.
Si era tuffata in quell'acqua meravigliosa.
ACQUA

Un cavalluccio marino la fece attaccare al suo dorso, e cavalcarono insieme le onde. Gli spruzzi del mare bagnarono i capelli ad Alice, che, rideva contenta.
CAVALLUCCIO
Il cavalluccio la condusse fino sotto Pino. Lei si svegliò contenta di quel lungo viaggio, e cominciò a
non fare a meno di lui.
Il cuore dell' albero batteva forte, e decise di dichiararle il suo amore. Accadde una cosa strana...
CUORI
la ragazza cominciò a sentire qualcosa, e lo vide in maniera diversa… splendente… colmo di fiori diversi tra loro... colori variopinti e un profumo immenso.
Le foglie furono spazzate da tanti cuori rossi.

ABBRACCIO
Accadde un miracolo... dalle braccia di Alice cominciarono a spuntare dei rami fioriti... sentì il suo corpo irrigidirsi... divenne ruvida e forte.

Era un Albero accanto al suo Amore.
ULTIMO


(GABRIELLA SECCO)




ARRIVANO I GIANNINI!
(Giovanna)

- C'erano una volta...
- Un re e una regina! - diranno subito i miei lettori.
- No, amici, avete sbagliato. C'erano una volta i Giannini, che si innamorarono nei giardini d'edera, in quel di Campo Reggiano.
Giovanni e Giovanna non erano coppia di nobili, ma nel loro paese erano delle celebrità! Tanto che quando la gente li vedeva subito urlava “Ecco i Giannini, ora sì che si canta e si balla!”. Tutti li conoscevano per il loro animo festaiolo, quando c'erano loro il divertimento era assicurato. La loro storia d'amore nacque proprio durante una festa al Brooklyn: tra un passo di liscio e un passo di valzer, ecco che galeotta fu la pista da ballo.
SPOSINI
I Giannini erano famosi per due motivi peculiari: il primo è che dovunque andassero erano sempre a braccetto e vestivano abbinati, se lei portava una gonna azzurra, lui portava la cravatta del medesimo colore. In primavera lei aveva sempre un fiore tra i capelli, e lui lo stesso all'occhiello. Sembravano quei modellini di sposi, fatti di pasta di zucchero, che un pasticcere metterebbe in cima alla torta nuziale, tanto erano belli ed eleganti.
Il secondo motivo della loro fama erano i battibecchi che si svolgevano tutti i giorni sempre alle 19.00, tanto che gli abitanti, si diceva, rimettessero l'ora all'orologio a seconda della quotidiana litigata.
Il motivo del bisticcio era sempre lo stesso, ma necessita di un passo indietro: Giovanni per lavoro si svegliava sempre molto presto e, dopo aver dato il bacio del buongiorno a Giovanna, usciva di casa. Anche lei, poi si svegliava per poi recarsi a lavorare da Spagnoli. Rincasavano entrambi in tarda serata e Giovanna era sempre ansiosa di raccontare al marito la sua
giornata. Giovanni non faceva in tempo ad attraversare l'uscio che Giovanna iniziava.
Giovanna raccontava… e Giovanni ascoltava.
Giovanna raccontava…e Giovanni ascoltava.
Giovanna raccontava…e Giovanni ascoltava.
Finché, alle 19.00 precise, anche Giovanni diceva la sua: “Giovà, M'hai fatto una testa tanta!!”, Giovanna, che conosceva bene il marito, scoppiava sempre un una risata talmente cristallina e sincera che anche Giovanni alla fine, contagiato dalla sua allegria, si univa a lei!
Si sa che la mela non cade mai lontana dall'albero, una coppia tanto peculiare, poteva vantare di avere parenti altrettanto bislacchi: in particolare gli abitanti di Campo Reggiano conoscevano bene i genitori di Giovanni. Il padre aveva la nomea di essere un donnaiolo, ma la madre era famosa per girare sempre con un bastone, perché non si dicesse in giro che lei accettasse questa situazione senza reagire!
Per questo motivo uno dei pensieri di Giovanna, che si presentava a lei ogni volta che entrava a casa dei suoceri era “Vedrai, una volta torno a casa e lo trovo morto!”
Ed ecco come andò che i Giannini diventarono famosi: tra un ballo, una risata e un bisticcio, tutto di loro, nella semplicità, trasmetteva il buonumore!

( GLI OSPITI DEL MONET )

[ Nota bene, il testo è stato elaborato dagli ospiti del Monet, insieme alla coordinatrice-animatrice Francesca Pica, e insieme ad altri scritti, sarà oggetto di un piccolo libro. ]





CUCINARE TUTTI INSIEME AL SODALIZIO SAN MARTINO

CUCINARE TUTTI INSIEME AL SODALIZIO SAN MARTINO


RICETTE

FAVE DEI MORTI

Questa è una ricetta tipica di Perugia, diffusa anche con qualche variante nel resto dell'Umbria, si tratta di biscotti che vengono fatti per la commemorazione dei defunti del 2 novembre.
Le fave dei morti umbre sono biscotti a base di mandorle con uno spiccato sentore al limone.

INGREDIENTI:
150 g mandorle,
150 g zucchero,
50 g burro fuso,
70 g farina 0,
1 albume d’uovo,
scorza di limone.

PROCEDIMENTO:

Tritare finemente le mandorle senza sbucciarle in un mixer, e poi impastarle con gli albumi d'uovo leggermente montati, aggiungendo anche gli altri ingredienti e la scorza di limone grattugiata.
Si creano delle palline ovali grandi come una noce e un po' schiacciate, si mettono in una teglia unta e spolverata di farina e si cuociono a 160 gradi per 10-15 minuti.


( ALMA CENTORAME)






MACCHERONI CON MIELE E NOCI

Questo è un piatto che si consuma "per devozione" alla vigilia di NATALE in tutta l'Umbria ma specialmente a Gubbio.
Usare fettuccine (che in Umbria si chiamano maccheroni) fatte in casa con sola acqua e farina, senza uovo, cuocerle al dente, scolarle e metterle in una fiamminga.
Fare sciogliere al fuoco un tegamino di miele.
Tritare i gherigli delle noci e mescolarli con pangrattato o con biscotti tritati.
Condire la pasta con il miele e le noci e i biscotti.
Questo è un piatto che si consuma freddo.


PASTA DOLCE AL CIOCCOLATO

Questa è una variante più moderna, che si usa in tutta l'Umbria nel periodo NATALIZIO.
Ingredienti:
250 gr. di conchiglie o rigatoni.
150 gr. di noci, 100 gr. di cioccolato fondente
10 biscotti Colussi sbriciolati.
una spolverata di cacao in polvere amaro e di zucchero.
un pizzico di cannella e noce moscata,
un pò di limone grattugiato e un bicchierino di liquore
Monte Ingino di Gubbio (o di Strega o Alckermes).
Anche in questa ricetta si cuoce la pasta al dente e si condisce con gli ingredienti tutti sbriciolati e per ultimo si spolvera il cioccolato in polvere.
è un piatto che si può consumare freddo sia come primo
che come dolce....

Buon appetito.

Si consiglia Vinsanto umbro delle cantine Goretti.

( CRISTIANO FANUCCI )




TORTA MAGICA CON SALCICCIA E VERDURA

Ingredienti:
Pasta sfoglia 2 confezioni
salsicce
patate lessate
parmigiano
4 uova
broccoli e peperoncino

Procedimento:

Mescolare broccoli, precedentemente lessati e scottati in padella, con 2 uova, patate, parmigiano, peperoncino, sale e salsicce sbriciolate.
Disponete il composto all’interno di una terrina, che era ricoperta da della pasta sfoglia.
Livellate il composto, e aggiungete 2 uova nel mezzo senza guscio. Sopra la torta, mettere l’ altra pasta sfoglia.
Spolverare con parmigiano, rosso d'uovo e pan grattato.
Tutto in forno a 180° per 80 minuti.

PS Foderare una teglia con la pasta sfoglia, mantenendola appoggiata sul foglio di carta da forno in dotazione nella confezione.
Bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta e spolverizzarlo con un po’ di pangrattato.

(GABRIELLA SECCO)



BARZELLETTE (in dialetto Perugino)


Ridere con la Maria

* Lei:” ‘l dottore m’ha ordinato ‘n mese al mare,
me ‘scolte, caro? E anche ‘n mese ai monti e ‘n altro mese al lago , che te pare?
Lui:” Io dico, fatti tutti i mi’ conti , e te l’ dico , paziente, con amore, che per primo, fra mare, lago e monti, prima te porto da ‘n altro dottore.”


* Fra due amiche

“Che prodotto use per tené pulito?
Qual è bono, economico e conviene?
“ Ah, beh, io adopro sempre ‘l mi’ marito, lu’ n’ costa gnente e po' pulisce bene.”


* ‘L capriccio

N’ ci ho voja de gì a scola, n’ ce vojo andà,
cossì disse ta la mamma Ruggero,
n’ me piace proprio , m’ha fatto scoccià,
so stufo e te l’dico davero.
“A mo nun fa i capricci e va a la scola, perché n’ ce vol’ andà , dillo ta me nun fa le bizze, è dato la parola, smette sta tigna e dimmene’ l perché…
“ Me canzoneno, de me stanno a sparlà, n’ ce vo, n’ ce vo, so stufo sempre più!”
“Camina, vacce, nun me fa arrabbià, nun te scordà che ‘l Preside sé Tu!”


* ‘L vizio
Nton tutte le osterie che Ddio ha creato,
la moje mia ce capita ‘gni sera;
è ‘n brutto vizio e io so disperato,
dicetol vo’ si tista è jella nera…
M’ha detto Gigi ch’è ‘na brutta cosa
‘l vizio del vino che avrà preso lia,
il vizio del beve è ‘na cosa paurosa,
pensa cossì Gigin de la moje mia.
Ma nn’è quel no! E Gigi n’l’ha capito,
nn’è quel del beve ‘l vizio che cià lé,
no, no, nn’ è quello, è certo e stabilito:
lia ha preso ‘l vizio de cercà ta me!

( Maria Lorvich )



GALLERIA DEL SAN MARTINO

Vedere il Mondo a Matita

BARCA  ( MARIO MANGIAMACCO ) CASE  ( MARIO MANGIAMACCO )

( MARIO MANGIAMACCO )




PILLOLE DI FILOSOFIA


La Vita


Mi disse un vecchio molto saggio, un giorno:
“Figlia, non far anche tu come tanti,
che non vedon le gioie che hanno intorno
e non fanno altro che lamenti e pianti.
Il marito ti è morto: l’hai perduto
e tu rimpiangi lui che non hai più,
ma pensa alla gran gioia che ti ha dato:
passione e amore nella gioventù;
la gran felicità di essere amata
dalla stessa persona che tu amavi,
questa ricchezza ti è stata donata:
hai avuto proprio che sognavi.
Questi cari ricordi dell’amore
son gioielli preziosi da salvare,
chiudili nello scrigno del tuo cuore
e nessun ladro li potrà rubare.
E non son solo gioie del passato
a render bella la nostra esistenza,
ma, in ogni istante, ci vien regalato
un dono bello; ce n’ ho l’esperienza.
Tanti bei doni regala la vita,
basta saper goderli ed apprezzare:
pensa al riposo dopo la fatica,
guarda l’azzurro cielo, il sole, il mare,
accolta la risata d’un bambino,
il sussurrar del vento fra le fronde
e la musica dolce d’un violino
e la risacca franger le sponde.
E’ vero, certo, che c’è qualche pena,
ci son malanni, perdute occasioni,
la nostra vita non sempre è serena,
ci son lutti, ci son delusioni…
Ma se sentiamo la pena e il dolore,
ciò testimonia dei doni che abbiamo:
abbiam cervello, abbiam sensi, abbiam cuore
ed è con questi che amiamo e soffriamo.
Son molto vecchio, con tanti malanni,
ma ho la mente, il cervello, questo io sono
e ho imparato, col passare degli anni,
che la vita ci offre un altro dono.
E’ il più bello, tutti lo possediamo,
la vita stessa è il più prezioso bene,
la vita che ci dice che esistiamo,
la vita che ci scorre nelle vene.
Sì, spesso porta a noi pena e dolore,
ma, in fondo, è bella, basta assaporarla:
col, cervello, coi sensi con il cuore…
E’ bella sì. Vorrei ricominciarla!

( MARIA LORVICH )





LETTERA DI NATALE

Il Nostro Natale


E’ Natale…
Nell’aria, ci sono i suoi profumi, i colori e i sapori… i canti
e moltissime luci, che, il Vento porterà in tutte le case per festeggiare la Natività di Nostro Signore.
Io, Mario, a nome di Tutti gli Ospiti della Residenza Protetta del Sodalizio San Martino, vorrei fare personalmente gli auguri di BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO ai confratelli, ai consiglieri, al Presidente e alle Vostre Famiglie…

Sono spiacente di non poterlo fare come avrei voluto, a voce, ma affiderò a un soffio di vento il mio messaggio, che, arriverà ai vostri cuori, insieme a un grazie per ciò che state facendo per Noi.
Tanti Auguri al Personale della nostra struttura, che, si prodiga con professionalità e tanta presenza con Noi…
Tanti Auguri, Salute e Amore a Noi Ospiti, che, pur Anziani e Fragili, ma con i Cuori desiderosi di Vita.

Auguri e Felicità a Tutti…

( MARIO MANGIAMACCO
& GLI OSPITI DELLA RESIDENZA PROTETTA )





IL MERCATINO DI NATALE DEL SODALIZIO SAN MARTINO

TREMATE!!! LE ARTIGIANE DELLA BOTTEGUCCIA DELLE GAZZE LADRE STANNO PER TORNARE...
DAL 20 DICEMBRE 2021, VI ASPETTANO ALLA BIBLIOTECA DEL SAN MARTINO...

IL MERCATINO DI NATALE DEL SODALIZIO SAN MARTINO








 LA RIVISTA DEL SODALIZIO SAN MARTINO - SIAMO GIOVANI (ANCORA)




E per finire tutti gli ospiti del Sodalizio San Martino di Perugia ringraziano di cuore Elisa, perché senza il suo aiuto questa rivista non sarebbe mai nata!... GRAZIE ELISA per tutto quello che fai per noi...



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